La ‘renardizzazione’ del demonio dalla branche 13 del Roman de Renart
La branche 13 del Roman de Renart rielabora il motivo folklorico del travestimento in un modo inedito, adattandolo a una sovrastruttura simbolica di tipo religioso, fondando così una nuova equiparazione tra la nota volpe e il diavolo. In una narrazione atipica rispetto agli schemi del genere, Renart passa qui da trickster a vero e proprio demonio. Tale scelta narrativa sembra rispondere a un preciso intento apotropaico, vòlto a neutralizzare, letterariamente, l’influsso perturbante del Maligno che opera nel mondo. Presentando Renart nelle vesti di un demonio, infatti, questa entità, normalmente temuta, diviene subito più familiare e comica, e perciò più gestibile. D’altra parte, rispecchia anche un’evoluzione della fisionomia volpina che negli stessi anni si stava compiendo in altri contesti culturali, in primis quelli riflessi nella letteratura omiletica. Alla luce di tale finalità meta-testuale, si comprende forse meglio anche la curiosa struttura del racconto, che per la prima metà non ha nulla di specificamente renardiano, ma fonda le basi per lo slittamento simbolico radicale che la volpe compie al termine di questa branche e che porterà con sé nelle sue successive evoluzioni letterarie.
Article outline
- 1.Inseguire una volpe o inseguire un fantasma?
- 2.Il demone e il trickster
- 3.Renart tinto di nero
- 4.Liberarsi dal male
- Appunti
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Article language: Italian